Le faccine ridenti

Faccine ridenti

L’uso sarcastico delle faccine ridenti è ormai un gesto sbrigativo, irrispettoso, passivo-aggressivo, per esprimere il proprio dissenso nei confronti di un post o di un commento.

Questo atteggiamento nega validità all’interlocutore, facendo passare il suo pensiero come ridicolo senza neanche discuterlo. Al tempo stesso evita di assumersi la responsabilità di una contro argomentazione o anche solo di una opinione contraria. E se l’altro si irrita, come lo si voleva far irritare, lo si può anche far passare per esagerato e permaloso, perché non sa accettare neppure una risata.

L’abuso di queste scorciatoie comunicative rende ambigue le interazioni digitali e produce sfiducia nella loro utilità. Soprattutto, banalizza le discussioni, cosa veniale quando si tratta di sport o gossip, invece riprovevole quando si parla di guerre e catastrofi umanitarie, perché si perde il senso del tragico.

Se anche si ritiene che il bersaglio sia molto negativo e proponga messaggi assurdi o in cattiva fede, la faccina sorridente rimane una reazione superficiale, che sfuma il confine tra la derisione e l’argomentazione. Non smonta e rimonta nulla e non è utile, anzi può confondere, i lettori “invisibili”, quelli che non partecipano al dibattito, ma leggendo provano a formarsi un’opinione.

Per parte mia, non ho mai usato questo tipo di faccine e le ignoro quando le ricevo. Penso che Facebook farebbe bene ad abolirle. È vero che rappresentano un’emozione negativa reale, che in alcuni casi potrebbe meritare di essere rappresentata. Ma, le emozioni negative raramente vengono ben gestite, più spesso nel loro abuso non fanno altro che generare altre emozioni negative, in un continuo circolo vizioso.